LE MAPPE DEL RISCHIO TRIVELLE IN ADRIATICO, INCONTRI NELLE MARCHE E IN MOLISE GIOVEDI’ 14 MAGGIO VERSO LA MANIFESTAZIONE DEL 23 MAGGIO A LANCIANO (CH)

Giovedì prossimo 14 maggio in contemporanea si svolgeranno due incontri sulle trivelle in Adriatico, a Jesi in provincia di Ancona e a Termoli in provincia di Campobasso. Questi incontri, che seguono quello di Trento e precedono quello di Napoli (che vi sarà il 15 maggio) sono importanti per scambiare esperienze con altri comitati e associazioni e costruire assieme una mobilitazione nazionale per far uscire il nostro paese dal mondo dei fossili.

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IncontriMedioAdriatici

L’Adriatico è un mare chiuso che i governi italiano e croato vogliono trasformare in un paradiso per i profitti dei petrolieri e in un incubo per i cittadini e per l’economia diffusa del turismo e dell’agro-alimentare.

Un eventuale incidente con fuoriuscita di petrolio sarebbe catastrofico. Nonostante le rassicurazioni di governi e petrolieri, gli incidenti si susseguono anche su piattaforme e navi di recente costruzione. Ricordiamo che il progetto Ombrina prevede il posizionamento per 25 anni proprio di fronte la costa teatina di una nave per la pre-raffinazione del greggio lunga 330 metri, chiamata in gergo tecnico FPSO. A febbraio 2015 una nave di questo genere della Petrobras è esplosa di fronte alle coste del Brasile, causando diversi morti (http://www.epmag.com/six-dead-brazilian-fpso-accident-783856).

Nel 2011 una FPSO della Shell in Nigeria perse ben 40.000 barili di petrolio in mare, una quantità che devasterebbe l’intero Adriatico.

Questa mappa riporta i diversi gradi di rischio relativi agli sversamenti di petrolio nel Mediterraneo.

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E’ basata su dati reali. L’Adriatico è uno dei settori più a rischio, sia a causa del forte traffico marittimo (e lo scavo di nuovi pozzi esacerberebbe questo rischio per l’aumento di passaggi di petroliere) sia per sversamenti registrati presso piattaforme.

Qui sotto, ad esempio, un possibile sversamento registrato con foto aeree presso una piattaforma di fronte alle coste marchigiane.

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L’Italia negli ultimi decenni ha già scavato circa 1300 pozzi; la Croazia 130.

Oltre a Ombrina ci sono decine di progetti in corso e molte istanze di ricerca e coltivazione che riguardano il nostro mare.

Questa è la mappa con i titoli minerari già concessi (sito UNMIG) per il versante italiano.

TitoliMedioAdriatico

Basta guardare questa mappa per capire che il governo croato vuole solo copiare quello che stiamo facendo da decenni. Si comprende così l’infondatezza e il reale intento delle dichiarazioni, come quella di Prodi, che cercano di spingere gli italiani ad accettare le trivelle perché ci sarebbe qualcuno pronto a rubare le risorse…

In ogni caso, due errori non fanno una cosa buona.

Tra l’altro queste mappe non riportano numerose altre istanze per nuovi permessi di ricerca, come quelle della Enel Longanesi Develpment, di fronte alla costa abruzzese (Pescara, Pineto) e marchigiana. Qui potete consultare le mappe per queste richieste: http://unmig.sviluppoeconomico.gov.it/unmig/istanze/provincia.asp?ub=M&regione=ZB&tipo=PRM&numerofasi=4.

Qui sotto trovate, invece, le aree che il Governo croato vuole aprire alle trivellazioni. Fortunatamente vi è una forte opposizione degli abitanti della Dalmazia che come noi si stanno battendo contro questa deriva petrolifera. Il loro Governo è in forte difficoltà. Maggiori informazioni qui: http://www.va.minambiente.it/it-IT/Oggetti/Info/1540 Le regioni Marche, Abruzzo, Puglia, veneto ed Emilia Romagna hanno inviato osservazioni fortemente critiche su questo piano croato. Tra l’altro è singolare che se da un lato il Governo Renzi chiede, giustamente, di sottoporre a Valutazione Ambientale Strategica il piano croato dall’altro non prevede questa procedura nell’iter di concessione di titoli minerari riguardanti il proprio territorio!

TitoliCroazia

Sabato 23 maggio a Lanciano (Ch) alle 15 manifesteremo per salvare l’intero mare Adriatico. Il giorno dopo, domenica 24 a Pescara, ci sarà una grande assemblea di tutti i comitati italiani per decidere tutti assieme come contrastare gli effetti del Decreto Sblocca/Sporca Italia.

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